
I beni sono riconducibili alla società Rivafire Spa; la somma sequestrata equivale al denaro che i proprietari del siderurgico avrebbero dovuto spendere per risanare gli impianti in questi anni, con lo scopo di evitare il grave disastro ambientale a Taranto.
Il reato contestato è associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali plurimi.
Il blitz dei finanzieri tarantini segue quello effettuato soltanto due giorni fa da quelli milanesi, quando vennero messi sotto sequestro più di un miliardo di euro.
bravi! togliete tutto a questi maledetti dei riva!
RispondiEliminaSono veramente soddisfatto dell'operato della Magistratura. Devono pagare il disastro che hanno commesso...
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